top of page

Primitivo o metastasi?

donatellagambini

È uno dei concetti che più spesso sfugge al paziente. Il tumore viene identificato in relazione ad un organo: tumore del polmone, tumore del cervello, tumore dell’ovaio, e così via, ma vale la pena sottolineare che, se la sede in cui si sono trovate le cellule tumorali ha la sua importanza, la cosa fondamentale è capire dove esse sono nate.

Il tumore primitivo è l’insieme delle cellule nate in un determinato organo, per degenerazione delle stesse cellule di quell’organo. Una cellula polmonare inizia ad accumulare una serie di anomalie, riesce a sfuggire al controllo della crescita, ed ecco che diventa una cellula tumorale. Moltiplicandosi, darà origine a un tumore primitivo del polmone.

Diverso è il caso di una cellula renale che accumula una serie di anomalie, diventa una cellula tumorale, si moltiplica producendo un tumore primitivo renale. Da questo gruppo di cellule, alcune si staccano, si immettono nel sangue e raggiungono così il polmone, ricominciando a crescere lì e formando noduli tumorali polmonari. In questo caso il tumore è secondario, è una metastasi (dal greco meta, al di là e stasis, stare, quindi stare da un'altra parte: si è impiantato lì, ma nasce altrove). Non va chiamato tumore del o al polmone, ma tumore renale localizzato ai polmoni.

I motivi per cui questo concetto è fondamentale sono più di uno. Il primo riguarda la prognosi (cioè la previsione di come andrà a finire) che purtroppo è ovviamente peggiore per il tumore che ha già prodotto metastasi; il secondo è che i tumori sono curati in modo diverso a seconda del tipo di cellula da cui originano e non a seconda dell’organo in cui vengono trovate. Possono essere in verità curati in modo un po' diverso anche a seconda dello stadio (cioè se metastatici o non metastatici), ma qui si va troppo nel particolare e renderebbe più complicato il concetto base che invece si vuole spiegare).

Ipotizziamo che il Sig. Rossi e il Sig. Bianchi si sottopongano a una radiografia dei polmoni e che in entrambi si scopra un nodulo tumorale al polmone destro. Il sig. Rossi è un fortissimo fumatore e la biopsia mostrerà un tumore nato nel polmone. Il Sig. Bianchi invece era stato operato qualche anno prima per un tumore renale e quella massa polmonare è una metastasi, un tumore secondario (un gruppo di cellule tumorali renali che erano riuscite a migrare al polmone e a distanza di anni hanno ricominciato a crescere). A parità di sede e di dimensioni, i due pazienti saranno curati con protocolli di terapia diversi.

Un altro concetto fondamentale legato ai tumori secondari (o metastasi) è relativo al tempo. Immaginiamo un paziente X operato di tumore al colon 2 anni prima. A un controllo si trovano metastasi al fegato. La migrazione delle cellule dalla sede di origine (tumore primitivo del colon) al luogo dove poi si sono evidenziate le metastasi (fegato) è avvenuta prima dell’intervento chirurgico che ha asportato il tumore primitivo. Quando il chirurgo opera, seppure in maniera esemplare e radicale (cioè senza un residuo tumorale identificabile), non si può escludere con certezza che nel resto del corpo non si trovi in quel momento una manciata di cellule che, prima dell’intervento, sia riuscita a staccarsi dal nodulo principale, a migrare e a impiantarsi in altri organi (le cosiddette micrometastasi, oggi non diagnosticabili con esami di routine). Attenzione però che, anche se questo fenomeno si fosse realizzato, non è detto che tali cellule riuscirebbero a sopravvivere! Abbiamo tanti meccanismi “dalla nostra parte” e contro il tumore, ma anche qualcuno “traditore”, che fa buon gioco al tumore (per esempio l’infiammazione). Insomma – per noi e per ora – è un invisibile campo di battaglia: se "vince" la cellula tumorale dopo qualche tempo si farà riconoscere sotto forma di metastasi o comunque di recidiva.

Comprendere bene questo meccanismo è fondamentale perché è alla base delle terapie proposte ai pazienti nelle varie fasi della malattia.

Se il paziente è stato operato e si ritiene che non vi siano residui di malattia "visibili", l’eventuale terapia offerta avrà come scopo quello di ridurre il rischio di avere recidive (si chiama terapia adiuvante); sarà trattato un rischio, non una malattia identificabile. Quelle che si vogliono colpire sono le micrometastasi, cioè quelle del campo di battaglia di cui abbiamo parlato prima; che potrebbero anche non esserci, o che sarebbero comunque spazzate via dalle nostre difese. Ma siccome non sappiamo che cosa è successo realmente e che cosa potrà succedere nel singolo caso, mentre sappiamo che il tumore è una malattia grave, cerchiamo da una parte di “calcolare” nel miglior modo possibile il rischio della recidiva (e la ricerca ci offe sempre più mezzi per farlo meglio) e dall'altra i benefici e gli effetti collaterali di una cura. Si decide in questo modo se, e se sì quale, trattamento consigliare al paziente in questa fase. Quindi inutile chiedere al medico, alla fine di questo tipo di trattamento, se la terapia “ha funzionato”: la risposta onesta sarebbe: non lo so! Non lo so perché non avevo niente di misurabile prima con cui fare confronti ora. Si era sani fino a prova contraria prima e lo si è al termine della cura! Unica sfortunata eccezione, il caso in cui si fossero comparse nel frattempo le metastasi e allora purtroppo la risposta sarebbe “no, non ha funzionato”. Ma per fortuna si tratta di una minoranza di casi.

Una terapia avviata quando il tumore è invece presente nell’organismo ha come scopo quello di contrastare la crescita tumorale, potendo realizzare, se sarà efficace, un arresto del peggioramento (si parla di malattia stabile), un miglioramento (risposta parziale) o la scomparsa della malattia visibile (quella che i medici chiamano remissione completa).




248 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Tumori del pancreas eredo-familiari

Parliamo qui del tumore del pancreas, tumore non frequente, ma che in una percentuale non trascurabile di casi ha nella genetica una...

Comments


Post: Blog2 Post

Modulo di iscrizione

Il modulo è stato inviato!

  • Twitter

©2021 di Donatella Gambini's Blog. Creato con Wix.com

bottom of page