top of page

La divisione cellulare

  • donatellagambini
  • 6 lug 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Per capire la basi della biologia tumorale non si può ignorare il concetto di divisione cellulare.

La cellula, elemento fondamentale degli esseri viventi, sopravvive e si moltiplica grazie a uno straordinario meccanismo, finemente regolato e non ancora conosciuto nei suoi più intimi dettagli. Da una cellula madre, per “sdoppiamento” (il termine biologico è mitosi), originano due cellule figlie identiche (tra loro e alla cellula madre), salvo alcune eccezioni.

Si tratta di un vero e proprio ciclo (si chiama appunto ciclo cellulare), che una volta avviato prosegue secondo uno schema preciso. La cellula può essere in uno stadio di "riposo" (si dice quiescenza), poi ad un certo punto un segnale dà il via alla fase di divisione.

Non è qui il caso di spiegare nel dettaglio la mitosi, ci basterà sapere che alla fine, sempre salvo alcune eccezioni, da 1 cellula ne origineranno 2, da 2 se ne avranno 4, da quattro otto, da otto sedici e così via, configurando quello che in matematica si chiama crescita esponenziale, molto più rapida per esempio di quella lineare. Come potete vedere dal grafico, a parità di tempo (linea delle ascisse o orizzontale), avremo molti più elementi. Per esempio dopo 6 giorni avremo 18 elementi se la crescita è lineare, mentre 36 se è esponenziale.



Con il progredire dell’evoluzione, tale processo è divenuto sempre più complicato e soprattutto controllato. Moltissimi “interruttori” devono accendersi o spegnersi, nelle varie fasi, affinché tutto vada a buon fine.

Ognuna di queste tappe prevede la messa in gioco di un grande numero di molecole, di

segnali, che ora bloccano, ora consentono il passaggio di una certa informazione.

La capacità di continuare a crescere inoltre non è uguale per tutte le cellule, né in tutti i periodi della vita. Se nell’embrione, nel feto e nel bambino pressoché tutto è in evoluzione continua, nell’adulto alcuni tipi di cellule sono quasi “ferme” . Le cellule della pelle continuano a crescere, quelle della mucosa intestinale o gli elementi del sangue pure, ma le cellule nervose o quelle del cuore sono praticamente “stabili”, tanto che non sono programmate nemmeno per sostituire quelle malate o morte quando c’è un trauma.

Perché è fondamentale sapere come si moltiplicano le cellule? Per tantissimi motivi, ma per quello di cui si parla qui perché una delle principali caratteristiche della cellula tumorale è quella di non sottostare più ai meccanismi di controllo della divisione. La crescita non è più controllata, o meglio non è più normalmente controllata, ubbidendo ad altri ordini, come in una sorta di “colpo di stato”, durante il quale vengono cancellate le leggi di sempre e si è obbligati ad obbedire a nuove regole. È una crescita che viene definita in maniera suggestiva “anarchica”, proprio perché senza regole, o ancora afinalistica, perché sfugge anche al principio universale del fine ultimo, dello scopo, che di solito è la sopravvivenza del più forte.

Il cancro in effetti sembra sovvertire la legge per cui chi vince (o chi sopravvive) guadagna qualche cosa: perché la sua vittoria, che porta alla morte dell’organismo che ha invaso, uccide invariabilmente anch’esso, come un kamikaze cieco e senza ideali.

Per realizzare questa crescita incontrollata inoltre, la cellula deve sfuggire tra gli altri anche a un altro processo molto particolare: il proprio suicidio programmato. È come se la Natura avesse dotato le nostre cellule di un pulsante di autodistruzione, da schiacciare quando non è assicurata la crescita di cellule “sane”. Una cellula ha accumulato troppe anomalie non riparabili? Inizia allora un processo che la porta ad esaurirsi e a morire. Questo meccanismo, noto in biologia come apoptosi (dal greco apo, da e ptosis, caduta, originariamente per descrivere la caduta dei petali del fiore), è estremamente importante e molto studiato, perché ovviamente la sua comprensione (così come quella di molti altri “passaggi”) potrebbe rappresentare il punto di partenza per ottenere cure anti-tumorali efficaci.


Questo concetto è anche alla base di alcuni importanti fenomeni che si osservano nella cura dei tumori, per esempio durante la chemioterapia.

Probabilmente prima o poi ci sarà un post dedicato, ma per ora accenniamo solo al fatto che i chemioterapici colpiscono proprio la divisione cellulare, cioè rendono quel processo inefficace (o così dovrebbero fare). Se una cellula tumorale è "ferma", la chemioterapia avrà poco effetto, se invece si moltiplica rapidamente, da un lato è vero che il tumore è più aggressivo, ma paradossalmente quelle cellule tumorali potrebbero cadere più facilmente sotto il fuoco della chemioterapia!


E ancora ecco spiegato perché alcuni tessuti o elementi cellulari sono più sensibili ai danni collaterali della chemioterapia. Vediamo ridursi il numero delle cellule del sangue, si possono danneggiare le cellule della mucosa della bocca (afte, bruciore) o dell'intestino, cadono i capelli... Questo perché sono coinvolte cellule "attive" che normalmente si dividono, quindi risentono anch'esse, purtroppo in questo caso, del danno inflitto sulla divisione cellulare.

 
 
 

Post recenti

Mostra tutti
Sindromi di Li Fraumeni

Si tratta di una sindrome rara, ma subdola. Nessun segno o sintomo evidente che possa far sospettare la diagnosi, fino a quando molti...

 
 
 
Tumori del pancreas eredo-familiari

Parliamo qui del tumore del pancreas, tumore non frequente, ma che in una percentuale non trascurabile di casi ha nella genetica una...

 
 
 

Commentaires


Post: Blog2 Post

Modulo di iscrizione

Il modulo è stato inviato!

  • Twitter

©2021 di Donatella Gambini's Blog. Creato con Wix.com

bottom of page